"Settembre, andiamo. È tempo di migrare.
 Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori
 lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
 scendono all'Adriatico selvaggio
 che verde è come i pascoli dei monti.."
 da Gabriele D'Annunzio, "I Pastori"

 

Secondo la Convenzione Europea del Paesaggio (Firenze, 20 ottobre 2000), il paesaggio svolge importanti funzioni di interesse generale, sul piano culturale, ecologico, ambientale, sociale ed economico. Coopera all'elaborazione delle culture locali e al consolidamento di una loro identità. La salvaguardia del paesaggio e delle usanze ad esso legate diventa dunque fondamentale per il benessere individuale e sociale.

In questo quadro, conservare e valorizzare i percorsi tratturali e l'insieme di saperi e delle attività legati alla pratica della transumanza costituisce un'operazione culturale profonda e anche un veicolo di rilancio turistico delle aree periferiche e interne del centro meridione italiano.                                                                                                                                    

Già in epoca protostorica i tratturi erano lunghe vie battute dagli armenti e dalle greggi, sebbene le loro radici fossero assai più antiche e remote.

 

La pratica della transumanza era chiara e precisa: le greggi in autunno si spostavano dai freschi pascoli montani dell’Abruzzo verso quelli più caldi del Tavoliere delle Puglie, mentre in estate il cammino era inverso e ritornavano alle fresche montagne dell'Abruzzo.

 

Praticata già dai Sanniti, la transumanza visse un periodo di particolare splendore sotto i Romani che fortificarono il reticolo di tratturi per collegare meglio i centri urbani dell’impero con le periferie.

 

Lo sviluppo però del moderno tratturo lo si deve agli Aragonesi. Gli Aragonesi nel XV secolo diedero infatti nuovo slancio al commercio di prodotti d’allevamento. Alfonso I d’Aragona il 1 agosto del 1447 regolamentò sotto il profilo normativo e organizzativo la rete dei tracciati utilizzati per la transumanza secondo l’assetto territoriale giunto in sostanza fino a noi. I tratturi che riconosciamo ancora oggi sul territorio sono infatti i tratturi alfonsini: tracciati principali compresi tra il Matese, le Mainarde e la costa adriatica che a partire dall’Abruzzo meridionale raggiungono la Puglia e che sono collegati tra loro da percorsi trasversali secondari.

A partire dai tratturi alfonsini si possono ricostruire in qualche misura anche i percorsi e la viabilità dei secoli precedenti.

 

I tratturi coprono sostanzialmente tutto il territorio del Molise offrendo itinerari del tutto unici: il Tratturo Pescasseroli-Candela, il Tratturo Castel di Sangro-Lucera, il Tratturo Celano-Foggia, il Tratturo Centurelle-Montesecco e il Tratturo l' Aquila-Foggia (Tratturo del Re o Tratturo Magno).

 

La transumanza  ha dato concretamente e simbolicamente forma al territorio molisano, trasformandone l'aspetto e determinandone le vie di attraversamento. Ha lasciato ricoveri, stazzi, edicole votive e cappelle lungo i cammini tratturali oltre ad un diffuso patrimonio immateriale fatto di gesti, conoscenze e credenze locali.

 

Per ulteriori approfondimenti è possibile consultare i seguenti link dell' Archivio di Stato di Campobasso:

Il Paesaggio e la Transumanza

Il Registro dei Tratturi

La Reintegra del Tratturo Castel di Sangro-Lucera

Multe e Sanzioni

La Censuazione del Tavoliere

Fondo privato Famiglia Japoce

Usi e Costumi

 

 

 

 

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